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Oggetto: 23 Maggio 2020 - Anniversario della Strage di Capaci
Era il 23 maggio, proprio come oggi, ma del 1992.
Alle ore 17:57 Cosa Nostra faceva esplodere un intero tratto di autostrada, l’A29 che collega Palermo con Mazara del Vallo. L’obiettivo era uccidere il magistrato Giovanni Falcone, uomo italiano di spicco nella lotta contro la mafia, in quella che passerà alla storia come “Strage di Capaci”.
Purtroppo l’obiettivo venne raggiunto e, nell’attentato, persero la vita il coraggioso giudice insieme alla moglie, Francesca Morvillo –magistrato come il marito - e gli agenti della scorta Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani.
Tragicamente da lì a poco toccherà la stessa sorte all’altro grande uomo e magistrato Paolo Borsellino, collega e amico fino all’ultimo dello stesso Giovanni Falcone, rimasto ucciso nella cosiddetta “Strage di via d’Amelio”, avvenuta il 19 luglio dello stesso anno, neanche due mesi dopo la scomparsa dell’amico. Con Borsellino perirono anche gli agenti della scorta: Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi, Claudio Traina.
In quei giorni però nacquero degli eroi: eroi della giustizia, del coraggio, dell’uguaglianza, della legalità. Chi sperava di uccidere con Loro anche gli ideali che portavano in petto, non si rendeva conto che una bomba può anche far esplodere il Coraggio nei cuori dei più, sulla scorta dell’esempio di chi ha dato la propria vita nella lotta contro la mafia.
In proposito Giovanni Falcone ebbe a dire: “Gli uomini passano, ma le idee restano e camminano sulle gambe di altri uomini”.
E sul coraggio di affrontare le avversità, anche le peggiori affermava: “L’importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco, il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio, è incoscienza.”
Oggi noi tutti abbiamo bisogno di ricordare questi uomini e donne coraggiosi, ne abbiamo bisogno perché commemorare è un po’ camminare su quelle gambe di cui ci parla Falcone. Ne abbiamo bisogno perché a volte la riconoscenza non è solo un atto di mera constatazione, ma può servire a cambiare altre vite, a rischiarare le “tenebre” di chi ci vuole ignoranti, paurosi e indifferenti anche innanzi ai crimini più efferati.
Chiudo qui queste brevi considerazioni invitando tutti a spendere qualche minuto per guardare questo video, realizzato in tempi migliori, da alcuni alunni di una scuola primaria del Lazio; in una manciata di minuti ci parla del valore del ricordo e sa emozionare come pochi. #CAPACIdinondimenticare
APPELLO IN RICORDO DELLE VITTIME DI MAFIA
Il Dirigente scolastico
prof. Giovanni Maisano
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